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Regale matrimonio

Regale matrimonio – Impero Ottomano

Rotolo di carta, intelato, diviso in due parti di 390 e 1570 mm. ciascuna per un altezza di 110 mm., raffigurante un corteo nunziale ottomano con alcune iscrizioni in volgare italiano, fine del XVI-prima metà sec.XVII, piccole mancanze e cadute di colore. La scena è suddivisibile in varie sequenze: 1. 5 gruppi di cavalieri con strumenti musicali: trombette, timpani e piatti 2. due dignitari che recano in mano delle piante decorate con elementi ornamentali tondeggianti a strisce, dietro seguono “Agà eunuchi della sposa” 3. “Aga che mena il cavallo della Sposa” 4. La sposa avanza su un cavallo, celata dentro una tenda drappeggiata color oro, circondata da quattro uomini, forse religiosi (?) 5. “Donne che vanno dietro alla novizza”, bendate 6. Segue un eunuco che conduce un gran carro rosso dove da un’apertura s’intravedono altre donne bendate 7. “Altro eunuco Aga cioe guarda Donne” 8. Segue il corteo di dignitari in armi 9. I “paggi della sposa” 10. “trombetta e timpano che servono la sposa” 11. Una figura più anziana, in abiti regali, chiude il corteo

€ 3.000 - € 5.000

Venduto per € 72.500

Note:
Le ambascerie veneziane e genovesi a Costantinopoli dopo la caduta della città (1453), rappresentarono per oltre un secolo l’unica efficace modalità per instaurare nuovi rapporti, anche commerciali con l’Impero Ottomano. Illustri genovesi e veneziani, perlopiù nobili di nuova generazione provenienti da ricche famiglie di mercanti, intrattennero rapporti commerciali con l’Oriente sfruttando i canali politici garantiti dalla Serenissima e dalla Superba. Ai loro occhi il mondo turco doveva senz’altro apparire degno di essere osservato e riprodotto, negli usi, nei costumi e nelle tradizioni, così diverse da quelle del mondo occidentale. Gli occhi di un viaggiatore e la mano di un felice pittore ritraggono qui, nella forma tipica del rotolo, il dispiegarsi di un corteo nunziale, affollato da eleganti figure nei loro abiti sontuosi, che svolgono diversi ruoli a loro assegnati. Le didascalie in volgare, in una grafia tardo cinquecentesca, accompagnano la scena, indicando personaggi e funzioni. Tutto ruota attorno alla figura della sposa che, servita da uno stuolo di eunuchi e accompagnata da “paggi” e damigelle bendate, incede al centro della scena: in realtà più immaginata che vista realmente, nascosta com’è dietro una tenda drappeggiata, figura a tutti gli effetti più ideale che reale. Mentre reali e regali sono invece i raffinati abiti, ornamenti e paramenti che accompagnano i dignitari in corteo, tutti a cavallo, con i loro diversi copricapi: quest’ultimi sono gli elementi fortemente connotativi della carica e del ruolo da loro occupato nella società turca. I tratti sicuri dell’anonimo pittore raffigurano una scena variopinta, che non ha un intento puramente decorativo ma nella precisione dei particolari denota un’attenzione etnografica e sociologica non comune: chi osserva il corteo vuole dipingere con estrema attenzione i vari personaggi, evidenziandone le caratteristiche a partire dal loro aspetto esteriore. Le barbe, i mustacchi, le calzature, oltre ai copricapi summenzionati, non sono di sicuro casuali: sono - in presa diretta - la fedele registrazione degli “attori” di una società diversa, di un mondo che agli occhi di un’occidentale doveva conservare un suo fascino indubbio, “fotografato” come su un lungo piano sequenza. E il corteo nunziale condensa perfettamente lo spaccato della società Ottomana di fine Cinquecento e dei suoi protagonisti, còlti nel pieno delle loro funzioni sociali.

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Lotto numero 585, Libri Autografi e Stampe &8211 Asta 98


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