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Architettura - Bertani

Giovanni Battista

Gli oscuri et dificili passi dell’opera ionica di Vitruuio. Di latino in volgare et alla chiara inteligentia tradotti. Et con le sue figure a luoghi suoi per Giouan Battista Bertano Mantouano

Mantova, per Venturino Ruffinello, 1558. In 2°. Grande frontespizio architettonico, 5 illustrazioni a piena pagina, diverse nel testo, capilettera xilografici, legatura del sec.XVIII in mezza pelle e cartone, manca la tavola calcografica raffigurante Ercole e l’Idra su disegno di Giovanni Battista Bertani e incisa da Giorgio Ghisi, non presente in molti esemplari e sicuramente incisa dopo la prima emissione della tiratura.

€ 6.000 - € 8.000

Venduto per € 8.750

Note:
Splendido esemplare di una delle più rare opere di architettura del sec.XVI, qui in PRIMA EMISSIONE senza la tavola di Ercole aggiunta successivamente. Nato a Mantova nel 1516, ivi morto nel 1576, Bertani fu pittore, scultore e architetto. Dopo la morte di Giulio Romano venne nominato, con decreto del 14 maggio 1549, prefetto delle fabbriche di Mantova, e fu così destinato a diventare il principale esecutore dei progetti architettonici del duca Guglielmo Gonzaga. Nel 1558 pubblicò a Mantova il presente trattato d'architettura, dedicandolo al cardinale Ercole Gonzaga. “Se i meriti del Bertani quale architetto e pittore sono discutibili, più solidi sono quelli di trattatista dell'architettura classica. La sua erudizione archeologica ebbe due origini: da una parte i menzionati viaggi a Roma, nel quarto decennio del Cinquecento, dove poté avvicinare antiquari e studiosi di antichità, e dove misurò e disegnò pazientemente molti dei monumenti superstiti; dall'altra, le sollecitazioni e i consigli che gli vennero da quel vero erudito che fu il cardinale Ercole Gonzaga, al quale egli esprime la sua gratitudine nella lettera dedicatoria del suo trattato: Gli oscuri et difficili passi dell'opera ionica di Vitruvio, di latino in volgare et alla chiara intelligentia tradotti et con le sue figure a luochi suoi, Mantova 1558. Quest'opera non è una traduzione e commento del terzo libro del De Architectura di Vitruvio., ma è un tentativo, spesso felice, di chiarirne e interpretarne i punti più oscuri. I due passi sui quali egli maggiormente si sofferma sono quelli sulla formazione della voluta ionica e quello sugli scamilli impares. Del primo offre una interpretazione che è ancor oggi seguita dalla maggior parte dei commentatori di Vitruvio, fornendo un metodo nuovo e ingegnoso per descrivere la linea della voluta del capitello ionico. Nel secondo egli affronta la questione degli scamilli impari che per quattro secoli tenne desta l'attenzione di molti studiosi dell'architettura classica; le opinioni del B. in proposito furono controbattute dal letterato B. Baldi nello scritto Scamilli impares vitruviani.” Treccani, Diz. Biografico, on line.

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Lotto numero 640, Libri Autografi e Stampe &8211 Asta 127


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