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Paolo Finoglio

Orta di Atella, Napoli 1590 - Conversano 1645

Autoritratto dell’artista con tavolozza nella mano sinistra

olio su tela, cm 67,5 x 72

ESPOSIZIONE:
Sannio e barocco, Benevento, Museo del Sannio, 7 aprile – 15 giugno 2011.

BIBLIOGRAFIA:
G. Forgione, Un autoritratto inedito di Paolo Finoglio, in Sannio e barocco, catalogo della mostra, Napoli 2011, pp. 65-66 (riproduzione a colori a p. 65).

Self-portrait
oil on canvas, cm 67,5 x 72

€ 20.000 - € 25.000

Venduto per € 25.000

Note:
Il dipinto è stato riconosciuto come autoritratto di Paolo Finoglio e pubblicato da Gianluca Forgione. Lo studioso nella sua scheda avanza anche un'ipotesi di datazione intorno al 1635, anno in cui il pittore si trasferisce da Napoli a Conversano nelle Puglie. Nel pubblicarlo Forgione sottolinea anche come nei dipinti di Finoglio si possano rintracciare prototipi fisiognomici ricorrenti; alcuni di questi risultano essere prossimi alla figura dello stesso artista (si veda ad esempio la figura a destra dell'apostolo nel San Pietro che consacra Sant'Aspreno della Cattedrale di Pozzuoli - cfr. Paolo Finoglio e il suo tempo. Un pittore napoletano alla corte degli Acquaviva, catalogo della mostra, Conversano 18 aprile- 30 settembre 2000, Napoli 2000, fig. 34, p. 114). Finoglio qui si ritrae a mezzobusto con il cappello piumato, la barba, i baffi ed un foulard giallo al collo. In mano gli strumenti tipici del mestiere: pennelli e tavolozza; e su quest'ultima spiccano proprio i colori utilizzati nell'autoritratto, i colori caldi caratteristici della sua pittura. Colpiscono dell’opera l'espressività del volto, l'intensità e la fierezza dello sguardo. Si tratta della zona più nitida dell'opera e al contempo della più luminosa: il volto dell'artista viene infatti colpito da una luce radente che focalizza l'attenzione sugli occhi e crea una zona scura sulla guancia destra. Paolo Finoglio è figura di spicco nella cultura figurativa napoletana della prima metà del Seicento, e si colloca tra i primi naturalisti informati sulle novità di Caravaggio nella capitale del Viceregno spagnolo. Originario di Orta d'Atella, si formò a Napoli presso la bottega di Battistello Caracciolo, secondo la testimonianza di De Dominici (1742-43, III, p. 115). Recenti ricerche documentarie hanno arricchito le notizie sul pittore che, a partire dal secondo decennio del Seicento, risulta attivo nel Salento, dove più evidente appare il suo legame con la tradizione tardomanierista di Ippolito Borghese. Alternò alle committenze realizzate nelle Puglie, nel Beneventano e in Molise [cfr. R. Lattuada, Un inedito di Paolo Finoglio, in "Conoscenze: rivista annuale della Soprintendenza", 1 (1984)], un'intensa attività a Napoli, passando dalla produzione di dipinti religiosi a scene profane. A quest'ultimo genere appartiene il più importante incarico della maturità dell'artista, chiamato a Conversano dal conte Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona per eseguire dieci tele rappresentati episodi della Gerusalemme Liberata nel Castello della cittadina pugliese. È questa serie la sua grande ed ultima invenzione, ideata negli stessi anni del suo Autoritratto e terminata nel 1645, anno della scomparsa dell'artista. Il lotto è offerto con Attestato di Libera Circolazione. The present picture is sold with a valid Export License.

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Lotto numero 123, Dipinti Antichi e Arte del XIX secolo &8211 Asta 126


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