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Resistenza in Italia - Limbert

Richard Charles Louis

Captain Limbert Adventures

Vasta documentazione storica raccolta in 6 ampi faldoni della guerra in Italia tra 1943 e 1945, con fotografie, testimonianze, documenti, cimeli, disegni, caricature etc. Il tutto conservato in un baule verde di grandi dimensioni.

€ 3.000 - € 3.500

Lotto non venduto

Note:
La resistenza allo stato puro, uno straordinario insieme di documenti originali e inediti. La storia del Capitano Limbert sembra uscita da uno di quei resoconti ormai dimenticati della guerra di Resistenza, condotta dagli Alleati al fianco dei nostri partigiani. E’ la storia di un Capitano coraggioso - nel vero senso della parola - proveniente da Manchester con un’esperienza di poliziotto (ma anche di attore scrittore, giornalista, marinaio...), arrivato in Italia per fiancheggiare le operazioni militari della Quinta Armata americana nell’aiuto ai rifugiati. Di questo principalmente si è occupato Limbert: di dare sollievo alle popolazioni organizzando efficienti campi di accoglienza per i profughi, da Sessa Aurunca a Venafro, da Ausonia a Lenola, da Vetralla a Ponsacco, per approdare poi a Firenze, dove aprì e diresse il più grande centro per rifugiati in Italia che ospitava oltre 16.000 persone. La scansione cronologica dei faldoni è rigorosa: i primi due datati 1943-44, col titolo Africa-Italy, per passare ai secondi due faldoni datati 1944-45 e agli ultimi due con datazione 1945. Il luogotenente Limbert raffigura ad inizio del primo volume le tappe della sua avventura bellica, a partire dal momento dell’imbarco il 30 agosto 1943 da Liverpool (lui era nativo di Manchester), seguendo le città del Mediterraneo toccate prima di giungere in Italia, dove si occuperà essenzialmente dei centri per rifugiati. La documentazione è impressionante e non facilmente descrivibile: ci sono le mostrine tedesche e americane originali delle diverse divise e girando pagina la pianta originale di Bologna del capo della divisione “Bologna” del CLN con le posizioni occupate dai Partigiani, o le informazioni sul Quartier Generale della V Armata in Italia. Impressionante la descrizione originale del Campo di Lavoro Partigiano di Ca’ di Landino (nel comune di Castiglione de Pepoli), datata 13/11/1944 e firmata da Ernesto Venzi (il partigiano Nino). Poche pagine oltre si spiega una pianta stampata su stoffa dell’Impero dell’Italia Fascista , 9 maggio 1936. Tutto serve a documentare, con fedeltà, quel periodo di storia italiana. Il secondo faldone si apre con un grande foto del Duce autografata, 296 x 204 mm., per poi dispiegarsi in una quantità di cartoline, da Algeri a Venezia, incollate su ogni pagina. Il terzo faldone apre sulla realtà dei Centri per Rifugiati, il primo dei quali è quello di Sessa Aurunca (Caserta). Qui scorrono testi e immagini, foto di bambini che vengono accolti nel febbraio del 1944, immagini della Processione religiosa per le vie della città il 16 aprile del 1944; quindi si passa al Centro di Firenze, dove il Capitan Limbert è di stanza per tutto il 1944. Un articolo del Corriere di Firenze del 1 ottobre 1944 evidenzia la grande opera svolta dal Comando Alleato per risistemare il centro profughi: “in soli sei giorni tutto è stato rimesso in ordine, tutto è stato disciplinato in modo che, da una confusione enorme si è potuto creare quello che oggi è un esempio di organizzazione, un ente di sentita solidarietà umana: il Centro Profughi di Firenze. Abbiamo visitato questi locali immensi, dove oltre milletrecento senza tetto trovano asilo, nell’ordine e nella quiete più perfetta. (...)”. Il 21 ottobre 1944 una camionetta scoperta arriva al Centro Profughi di Firenze: Limbert è lì a fotografare il loro arrivo. Sono accompagnati dal loro capo, Ernesto Venzi (Bologna 1908 - Bologna 1984). Dall'ottobre del 1943, col nome di copertura di "Nino", fu tra gli organizzatori dei primi gruppi della Resistenza nel Bolognese e poi, trasferitosi a Belluno, nella Valle del Vajont. Rientrato successivamente in Emilia, "Nino" fu tra i promotori, con pochi altri, della costituzione della 36a Brigata Garibaldi "Bianconcini", della quale divenne vice comandante durante i combattimenti dell'estate 1944. In questa serie di fotografie si comprende il legame di amicizia che dovette legare Venzi a Limbert, e probabilmente fu proprio Limbert a dare un rifugio sicuro ai partigiani fiorentini e bolognese guidati da Venzi. Tra loro una giovane fanciulla, che compare in uno scatto a fianco di Limbert e Venzi, con una terribile didascalia sotto: è l’unica sopravvissuta di un gruppo di 14 messaggere dei Partigiani, le altre sono state tutte uccise dai tedeschi....il suo nome era Bruna. Seguono le relazioni di diversi meeting coi partigiani avvenuti in quei giorni, nonché il progetto di apertura di un campo di lavoro per partigiani a Lagaro. In una lunga lettera autografa e firmata, il partigiano Venzi esorta il capitano Limbert affinché convinca tutti i partigiani fiorentini a trasferirsi al campo per cominciare una nuova vita: “Faccia appello a questa nuova vita per i nuovi partigiani prima che l’ipocondria li scoraggi nell’ozio della città.” Così si conclude la lettera di Venzi, con un forte messaggio di speranza ai partigiani. E ancora più forte è il messaggio della lettera del 25 febbraio 1944, sempre di Venzi a Limbert: “ (...) Siamo stati forza combattente per l’onore della nostra Patria, ora per lo stesso scopo siamo forza lavorativa. Questo vorrei fosse ben compreso da tutti i partigiani che in una passività assurda, sbandano senza scopo. Per questo lascio a Firenze il latore del presente, che è stato uno dei migliori organizzatori del movimento partigiano, onde possa svolgere opera di convinzione a tutti coloro che venuti nella città credono di aver già ultimato il compito per il quale partirono per la montagna. Dica a tutti i partigiani, che l’Italia à bisogno di braccia per essere ricostruita, materialmente e politicamente. Distintamente. Venzi Ernesto (Nino).” Il quarto faldone si apre con alcune belle foto di gruppi di partigiani, in particolare della brigata “Garibaldi” che combatté sulle colline sopra Bologna. Più avanti anche il Principe Umberto visita il Centro Profughi di Firenze, e ad accompagnarlo è sempre Limbert come mostrano le tante foto presenti. Il quinto faldone si apre con altre foto di partigiani e soprattutto con le strade festose delle città italiane ormai liberate dagli Alleati: Bologna, Verona, Modena, Finale, Piacenza, Vicenza, Piazzolo, Milano, Poiana etc. Nell’organigramma del Governo Militare Alleato della città di Verona, il Cap.Limbert è responsabile dei rapporti coi Partigiani. Un documento ufficiale del Comitato di Liberazione Nazionale veronese, datato 28 aprile 1945, gli conferisce infatti l’incarico di assistente dei Partigiani, in ragione dei suoi già lunghi meriti acquisiti nei rapporti coi partigiani nel corso degli ultimi due anni. Ancora centinaia di immagini della lotta partigiana costellano il quinto faldone, per lasciare poi spazio, nel sesto e ultimo, a scene molto più serene, di un’Italia che Limbert non volle abbandonare neanche dopo la guerra, per tornarvi volutamente a trascorrere delle ore certo più felici di quelle passate. Un’impressionante testimonianza in presa diretta della lotta partigiana, degli stenti delle popolazioni e della forza di pochi uomini giusti che seppero, come Limbert, scendere al fianco dei più deboli con umanità e altissimo senso civile. Un omaggio alla nostra Patria, quello dell’inglese Limbert, che proprio quest’anno celebra i 75 anni dalla Liberazione. Grazie Capitano.

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Lotto numero 571, Libri Autografi e Stampe &8211 Asta 116


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