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212

Ungaretti

Giuseppe

Il porto sepolto

Udine Stabilimento Tipografico Friulano, 1916. Mm.245 x 188. Fioriture sparse, brossura originale foderata con carta recante al piatto anteriore il titolo manoscritto DI PUGNO DELL’AUTORE, in inchiostro nero, piatto anteriore staccato.

Alla prima carta di guardia di pugno dell’autore “ Versa il 16 dicembre 1916 / Ungaretti”.

 

 

€ 20.000 - € 25.000

Venduto per € 25.000

Note:
PRIMA RICERCATISSIMA EDIZIONE della prima opera di Ungaretti, stampata in soli 80 esemplari, il nostro è il n. 72, e distribuiti personalmente dall’autore nel corso di una licenza che lo portò fino a Napoli. L’opera, curata da Ettore Serra, commilitone dello stesso Ungaretti, si compone di 33 poesie 5 delle quali già appare su “La Voce “ e su “La Diana”. Sono i famosi «versicoli», versi brevi o brevissimi, talora una sola parola; scanditi, sillabati, visti in quell’ottica particolare che veniva dal deserto, che sul Carso si confermava; in una situazione d’animo esaltata dalla vicenda della giornata di guerra. Ma dentro quei brevi versi - abolita la punteggiatura - e nel loro collegamento, una musica incominciava nuova a risuonare; e non era più la musica degli endecasillabi o dei novenari divenuti logori e frusti a causa della lunga imitazione precedente: potevano essere, nel legarsi loro interno, nuovi settenari e nuovi endecasillabi, ma si portavano dietro un’altra, una nuova intonazione di canto. In quel 1916, per quel Porto sepolto, nasce la nuova poesia italiana del ‘900. Il Porto sepolto é un diario. Tutta la sua poesia Ungaretti la vorrà riconnettere sotto il titolo generale "Vita d’un uomo". Questo diario é scritto, quasi per intero, in guerra; è datato e sono indicate le località nelle quali le poesie nascono. Rendersi conto della situazione della guerra e dell’affratellamento possibile di tutti coloro che, provenendo da situazioni geografiche e culturali e sociali diversissime, erano accomunati in questo tragico destino. E’ - come tutto Ungaretti sarà - un canto di dolore, ma insieme d’amore e di vitalità. Il nostro esemplare è appartenuto a Giuseppe Ungaretti, che molto probabilmente scrive di suo pugno il titolo sulla coperta esterna. Gambetti - Vezzosi, p.934: “Forse non è il libro più raro, ma certamente uno dei più ricercati del ‘900 italiano”.

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Lotto numero 212, Libri Autografi e Stampe Asta 134


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