Prima edizione, l’unica stampata, molto bella e rara in cui sono raccolte trenta favole e novelle riprese dall’antica mitologia.Nel proemio dichiara di voler «raggionar di favole et non d’historia», dedicando l’opera a Isabella Villamarino, consorte di Sanseverino, alla cui presenza le favole erano state raccontate e dalla quale egli spera di ricevere accoglienza contro «l’ira de’ nimici». La raccolta presenta una cornice che offre il dato occasionale del narrare: per sfuggire all’eccessiva calura, la principessa si è portata non lontano da Salerno, presso la sorgente dell’Aganippe, dove, per ingannare la noia, cinque gentiluomini del seguito vengono invitati a «raccontar de così fatte trasformationi, over favole che voglian dire […] non altrimente che s’elle fussero novelle» (c. AIIIr). Delle dieci giornate progettate, il Mariconda ne diede fuori solo tre, ciascuna composta da dieci racconti, indipendenti per contenuti dalla tradizione novellistica romanza, in quanto attingono alla mitologia classica, con ampi debiti verso le Metamorfosi ovidiane.Passano I, 413-414; Brunet III, 1425 “Edition rare, la seutle que l’on ait de ces 30 nouvelles”; Parenti, Prime edizioni, 334; Quadrio IV, 355. Manzi, La tipografia napoletana nel ‘500, n.25 p.48 “fra le cose migliori prodotte da Suganappo”; Graesse IV, 396.