Questo dipinto si inserisce in pieno nella produzione di van Bloemen, soprannominato l’Orizzonte proprio per la sua abilità a creare profondità di piani, anche in opere di formato ridotto come nella tela in esame. Tipica del pittore è la gamma cromatica giocata sugli azzurri e sui verdi che si alternano nei partiti paesaggistici, oggi fortemente alterata dalle ossidazioni delle vernici ma visibile nei piccoli tasselli di pulitura. Il ductus pittorico è sempre pastoso e si stende sulle architetture quasi fosse velluto.Il motivo del pastore con gregge e della coppia di contadini sorpresi dal temporale mentre cercano riparo presso un bosco è ancora fortemente legata alla lezione di Gaspar Dughet, che introdusse personaggi colti da temporali in vedute idealizzate della campagna romana (cfr. A. Busiri Vici, Jan Frans van Bloemen “Orizzonte” e l’origine del paesaggio romano settecentesco, Roma 1974, p. 82 e ss). La città cinta da mura in lontananza si configura come una ripresa di fantasia di Grottaferrata, in cui il campanile romanico che svettanell’abbazia di San Nilo, è stato sostituito da una torre merlata (cfr. peranalogie le due “Vedute dell’abbazia di Grottaferrata” di van Bloemen, inIbidem, cat. 147-148).JAN FRANS VAN BLOEMEN (ANTWERP 1662 – ROME 1749), LANDSCAPE WITH SHEPHERD AND PAESANTS CATCHED BY A STORM, OIL ON CANVAS WITH ROMAN FRAME OF LATE 17TH – EARLY 18TH CENTURY, 38.5 X 48 CM