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Corruzione di minorenne

Straordinario dattiloscritto originale di Buzzati, che testimonia una prima stesura de L’uomo che andrà in America, 1962. Si tratta di un atto unico di una commedia ambientata in una Galleria d’Arte, che nella stesura definitiva diventeranno due atti, costruita attorno a personaggi che incarnano gli stereotipi di quel mondo: la gallerista Martina “soignée e vagamente equivoca”, Leontina la signora snob, Giurassa il giovane pittore “arrivato e pieno di sé”, i due critici Girometta e Boccadoro, l’illustre e potentissimo “dittatore dell’arte, ormai rimbambito” Golenberg e il mecenate e mercante Delavida. Tutti si muovono seguendo un copione apparentemente prestabilito, ma non manca il colpo di scena finale. Assolutamente gustosissimo il duello tra i due critici, a colpi di definizioni e asserzioni incomprensibili che scivolano sempre più nel calembour linguistico e nella deformazione lessico-sintattica più ardita; ma anche le assertorie dichiarazioni di Leontina, quando spiega che “di snob esistono due ben distinte categorie. Gli snob pionieri, quelli dell’avanguardia, quelli che scoprono i geni; e sono pochissimi, si contano quasi sulle dita della mano. E gli snob fessi, i quali adorano quello che i primi hanno deciso che bisogna adorare.” Le scene si susseguono nell’ambiente ristretto della Galleria, ma i personaggi e i discorsi si intrecciano, seguendo un immaginario filo logico che conduce ad una sola conclusione…a voi scoprirla.

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