Prima edizione latina di questo pregevole lavoro cartesiano, il primo trattato moderno di Fisiologia in esemplare di illustre provenienza.Cartesio (La Haye 1596- Stoccolma 1650) fu uno dei massimi esponenti della filosofia meccanica; egli diede l’avvio al meccanicismo biologico degli iatromeccanici ed alla progressiva sostituzione con chimica e fisica dei principi della tradizione vitalistica. Egli considera il corpo umano come una macchina guidata da un’anima razionale, situata nella ghiandola pineale, che controlla le funzioni dei movimenti: ad esempio i pensieri vengono trasformati in azioni e parole, mentre altre azioni “semplici” come sbadigli, contrazioni della pupilla, respirazione, deglutizione sono azioni ordinarie che dipendono “dal corso degli spiriti” che “sono posti come venticelli sottili nei nervi”; egli riconobbe l’importanza della scoperta di Harvey sulla circolazione sanguigna ma non credette al fatto che il cuore potesse con le sue contrazioni pulsare il sangue in tutto l’organismo. Rilevante per contenere “the first descriptive statement of involuntary action which bears a recognizable resemblance to the modern concept of reflex action” Fearing, p.26. Il De Homine doveva inizialmente essere un’appendice del Discours sur la méthode (1637) ma a seguito della condanna di Galilei nel 1633, Cartesio temette che la sua visione meccanicistica potesse essere considerata eretica. Questa versione latina anticipia di due anni l’originale versione francese, edita a Parigi da Charles Angot nel 1664. Guibert nella sua bibliografia meziona due stati dell’edizione presente, distinguibili dalla marca tipografica e dalla sequenza dei nomi degli stampatori; questo è il II stato, ma non specifica la priorità tra i due. Guibert, pp.196-197; Norman, n.627.