Le note di possesso sono di Antonio Bellucci, importante esponente della pittura decorativa barocca a cavallo del XVII e XVIII secolo che lavorò essenzialmente alla Corte dell’Imperatore a Vienna. Il fascicolo manoscritto, inserito a fine del volume, è del 1817 e tratta il problema dei cimiteri, allora di grande attualità dopo le riforme napoleoniche.