Ricondotta ad Angelo Caroselli per la prima volta da Maurizio Marini, la tela si inserisce nella sua produzione caravaggesca, con esiti formali molto vicini a quelli raggiunti da Cecco del Caravaggio, a cui rimandano l’ambigua bellezza della modella, dai lineamenti pronunciati e dagli occhi allungati, ed il trattamento dello sbuffo della camicia bianca arricciato. L’offerta della giovane di un grappolo d’uva pizzutella allo spettatore ha una spiccata carica erotica, accentuata dal corpetto slacciato e dalla corona di pampini che ornano i capelli, attributo consueto dell’universo dionisiaco (sulla simbologia della pittura di genere con valenze erotiche, cfr. da ultimo lo studio di Francesco Porzio, Pitture ridicole. Scene di genere e tradizione popolare, Milano 2012).Il volto della giovane donna trova un riscontro puntuale con il Ritratto di dama in collezione Koelliker a Milano (cfr. F. Petrucci, Pittura di Ritratto a Roma. Il ‘600, Roma 2010, vol. II, pp. 298-299; vol. III, p. 518, n.91, proposto come “Pseudo Caroselli?”), mentre la gestualità delle mani, di epidermide quasi cerulea, rimanda all’Allegoria della Vanità della Galleria Corsini di Roma (S. Alloisi, Guida alla Galleria Corsini, Roma 2000, p. 48). ANGELO CAROSELLI (ROME 1585 – 1652) ALLEGORY OF THE AUTUMN, OIL ON CANVAS, 66 x 49,5 CM