Il testo presenta al frontespizio (che qui si aggiunge in fac-simile, come le altre tavole mancanti, per correttezza filologica) la firma di Ambrogio Brambilla, incisore, presumibilmente milanese, attivo a Roma tra il 1579 ed il 1599. Brambilla incise vedute, ritratti di pontefici ed imperatori, alcune tavole per le ristampe dello Speculum Romanae Magnificentiae e fu anche un valido cartografo.Si segnala che alcune tavole (come la 2 e la 30) riproducono con esattezza, affreschi andati completamente perduti, permettendo di ricostruire l’impianto iconografico originario. Inoltre ogni incisone è accompagnata da una lunga didascalia in latino, didascalie copia delle scritte poste in origine sotto ciascuna lunetta affrescata. Le spiegazioni sono affidate alla penna di uno dei più illustri ed eruditi umanisti dell’epoca, Marc-Antoine Muret.