PROVENIENZA:Almenno San Bartolomeo, Villa Albanese Ginammi (fino al 1992);Roma, collezione privata.Manfredo Ginami, figlio di un notaio di Bergamo Alta, fu pittore e musicista.Nel 1848 prese parte ai moti di rivolta che determinarono la cacciata della guarnigione austriaca dalla città. Si unì poi al colonnello Bonorandi e fu ufficiale della colonna di patrioti che operarono allo Stelvio, al Tonale e in Valcamonica. Costretto a riparare a Torino dopo il ritorno dell’esercito asburgico, partecipò alla battaglia di Novara. Accorse quindi alla difesa della Repubblica Romana e nel maggio del 1849 fu inquadrato come tenente dei bersaglieri nella terza compagnia del secondo battaglione agli ordini del conte Luciano Manara. Ferito durante uno scontro e rimpatriato, si stabilì a Milano, dove visse della sua arte mantenendo accortamente contatti con i patrioti e attendendo il tempo favorevole alla liberazione della Lombardia dal giogo straniero.Il mattino del 5 giugno 1859 fu avvertito dal padre che molti patrioti accorrevano alla volta del Castello Sforzesco, ancora occupato dalle truppe austriache.Senza frapporre indugi, il Ginami prese la via di San Giovanni sul Muro e si avvicinò alla lunetta che difendeva l’ingresso del Castello.Senza dare il “chi va là?” una sentinella austriaca lo prese di mira e lo freddò con una fucilata.Il Ginami non aveva che trentaquattro anni.