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G. de Chirico

Uno dei temi dechirichiani più noti è tradotto nel gioiello in un disegno che rinnova la tradizionale iconografia pittorica. Gli Archeologi infatti, sono definiti nella positura consueta, seduti e abbracciati, con le gambe e le spalle ricoperte del classico panneggio che nel gioiello viene esaltato dal colore brunito della patinatura dell’oro. Nei loro busti, però, non troviamo le usuali aggregazioni di rovine e di elementi architettonici, ma dei racemi floreali incisi in modo molto semplice, quasi elementare e di gusto decorativo, impreziositi solo dalle gemme incastonate a griffe. Bibliografia: S. Misiano, I gioielli di de Chirico: un’inaspettata scoperta in “Metafisica”, Quaderni della fondazione Giorgio e Isa de Chirico, n. 7/8 (2007/2008), 2008 p. 409 fig. 25 Giorgio de Chirico (Volos 1888-Roma 1978) L’inventore della pittura Metafisica, uno tra gli artisti più significativi del XX secolo, si è dedicato alla realizzazione di gioielli anche se occasionalmente e con destinazione privata. Solo di recente, grazie al ritrovamento di un gruppo di “pezzi unici”, in oro e pietre preziose, databili al 1950-1960, l’attività orafa di de Chirico è stata studiata e documentata. Il Pictor Optimus la considera un momento di svago intellettuale ma soprattutto, l’estrema sintesi delle riflessioni sulla “materia pittorica”. Dei gioielli, eseguiti con la tecnica della fusione a cera persa, il Maestro ha fornito il disegno ed il modello tridimensionale, quindi l’orafo li ha rifiniti a sbalzo e a cesello, stendendo a volte sull’oro una patina di ossidazione, al fine di ottenere un maggior effetto decorativo. (cfr. S. Misiano, I gioielli di De Chirico: un’inaspettata scoperta in “Metafisica” Quaderni della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico”, n. 7/8 (2007-2008), Firenze 2008, pp. 393-422).

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