Un Verdi ormai al tramonto della carriera e della vita, ultrasettantenne, capisce di doversi sottrarre agli obblighi morali che la fama gli riserva: “Illust.mo Sig. Presidente, tornato in Genova, dopo una breve assenza, ho trovato qui giacente la lettera dalla S.V. inviatami; e la prego volermi scusare, se oggi soltanto posso darle risposta. Sono gratissimo alla gentilezza di volermi nominare Presidente onorario del Concorso Internazionale di Musica; ma io oramai non sono che un ex-maestro il quale sente il bisogno, ed ha quasi l’obbligo di starsene tranquillo, lontano da ogni discussione e da Gare musicali. Non potendo essere utile in alcun modo, rinnovo i miei ringraziamenti alla Commissione per la stima dimostratami, pregandola dispensarmi dell’onore che mi si vorrebbe conferire. Colla più profonda stima ho l’onore di dirmi di lei Sig.Presidente Dev.mo G.Verdi”.