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Manoscritto - Valentini

Tommaso

La conchiliologia del Mar di Taranto. Descritta in versi latini con Versione Italiana ed illustrata con Annotazioni dal Dott. in Diritto Tommaso Valentini

Manoscritto cartaceo di 348 pp., 304 x 210 mm., titolo in lettere capitali, circa 1790, dedica iniziale di 10 pp., seguono le Annotazioni alla Dedica da pg.11 a pg.18, Prefazione da pg.19 a pg.28, Annotazioni alla Prefazioni a pg.29, le pp.30-31 sono bianche, quindi da pg.32 inizia il testo vero e proprio, in esametri latini con traduzione a fronte in italiano (Inc.: Quae patulae Herculei si vera et fama…) che termina a pg.229, la 230 è bianca e da pg.231 iniziano le Annotazioni alla Conchiliologia del Mar di Taranto, che terminano a pg.346, le ultime due pp. bianche, correzioni, aggiunte su lembi di carta sovrapposti al testo, legatura coeva in pergamena floscia.

€ 5.000 - € 1.790

Lotto non venduto

Note:
Interessantissimo manoscritto inedito settecentesco, tutto ascrivibile al gusto illuministico per la trattazione - in forma di Poema - di argomenti scientifici. Nella Prefazione, alle pp.19-28, è racchiuso tutto il senso di quest’opera: “La Conchiliologia del Mar di Taranto, che io ò descritta in versi, ed ò illustrata con Annotazioni, presenta a un di presso l’idea di una Conchiliologia universale...Tutti sanno che la Natura, stravagante nelle sue produzioni, à riunito in questo Mare tutte quasi le Conchiglie, che ne gli altri Mari o non si trovano, o soltanto si trovano singolarmente. Basta in fatti conoscere il suo breve recinto, per sapersi quelle che vegetano in tutto il Golfo Adriatico...I Tarantini aveano cominciato da qualche tempo a raccorre in Quadri le Conchiglie, altri per industria, ed altri per abbondanza i loro Musei. Ma queste Collezioni, comeché per la novità eccitassero della illusione, ad ogni modo non istringevano, ché un mal coerente ed indigesto mescuglio. Io nei miei Quadri cominciai a darmi la cura di rapportarle separatamente seguendo le Classi generali, delle quali di qui a poco sarò per render ragione. Secondando poi il genio inclinato al Parnaso, mi diedi a comporre, per la legge del verso esametro una breve epigrafe esprimente la qualità più cospicua di cadauna spezie, ed apposi questa epigrafe a quel Quadro a cui la spezie stessa doveva affiggersi. Intanto [ed a chi de’ Scrittori non succede così!] insensibilmente il genio degenerò in passione. Dalle breve epigrafe io passai ad una descrizione più estesa, che andiedi a poco a poco via più aumentando, come nel pensiero gli ozi, che mi avanzarono dalle occupazioni del Foro. Oltre a ciò la materia per se stessa sterile e tediosa, esige, che io mi sforzassi, come impiegai i miei sforzi, a renderla dilettevole con qualche poetico episodio. Ciò diede causa ad un maggiore accrescimento. E questi sono stati i principi ed i progressi della presente Conchiliologia che finalmente si trova ridotta ad un sufficiente Poemetto. (...)” (Prefazione, pp.19-20). Poco sappiamo di Tommaso Valentini di Taranto, giuste poche annotazioni tramandate dalle erudite biografie storiche di illustri personaggi del Regno. Ma quest’opera merita di uscire dal dimenticatoio per andare finalmente alle stampe, a gloria della città di Taranto, del suo mare e del tesoro delle sue conchiglie.

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Lotto numero 220, Libri Autografi e Stampe &8211 Asta 88


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